Porselli

Il nome della danza italiana nel mondo

Fra tutte le arti, la danza sembra essere quella piu' libera dalla determinazione di uno "strumento" che non sia il corpo stesso di chi balla. Eppure proprio la forma di danza piu' evoluta - danza accademica - si e' trovata ad un certo punto della sua storia ad averne uno: la scarpina da punta. La tradizione vuole che la prima ballerina ad usare le punte propriamente dette fosse Maria Taglioni, altre fonti indicano la scaligera Amalia Brugnoli, comunque sia si tratta di una conquista spontanea del balletto dell'epoca da cui nasce l'artigianato della scarpina da punta.

Il nome per antonomasia delle scarpine da ballo italiane e' quello della ditta fondata a Milano nel 1919 da Eugenio Porselli.

Cresciuta fino ad oggi sulla linea di una solida tradizione familiare la casa milanese ha saputo far apprezzare in tutto il mondo una qualita' frutto di esperienza e professionismo resi attenti ed affettuosi da un legame con la danza autenticamente vissuto, tanto da poter affermare che la storia delle scarpine Porselli e' la storia stessa del balletto.

Le materie prime sceltissime e la raffinata lavorazione, arricchita da un vivo rapporto diretto con il mondo della danza e con i suoi problemi, fanno delle celebri scarpine e degli altri prodotti Porselli l'ideale per la ballerina ed il danzatore di oggi e di domani, come lo sono stati per quelli del passato.

Se gia' negli anni trenta Porselli aveva sedi a Londra e a Parigi, oggi la sua produzione si e' affermata ovunque e lusinghiere lodi le giungono dagli Stati Uniti come dal Giappone.

Infatti a questo lavoro prezioso, divenuto industria senza perdere il patrimonio dell'esperienza artigianale, il mondo della danza non esita a riconoscere la massima importanza.

Le caratteristiche di costante impegno, di lavoro tenace, di appassionata ricerca di un continuo miglioramento che hanno contraddistinto la casa Porselli nel corso degli anni, non sono mai venute meno, ma si sono anzi arricchite di stimoli sempre nuovi.

La fisionomia della Porselli e' del resto quella duplice del balletto: da un lato consapevole di una tradizione irrinunciabile, dall' altro con lo sguardo volto ad un futuro nel quale il nome Porselli avra' ancora piu' che in passato un suo posto ed un suo compito insostituibili.